Macerata Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
Arena Sferisterio Arena Sferisterio
 Lo Sferisterio fu costruito grazie alla "generosità di 100 consorti" maceratesi per il gioco della palla (sphaera) col bracciale, disciplina sportiva in voga nelle marche dal secolo XV sino alla metà dell'800. I lavori, iniziati il 2 ottobre 1820, si protassero sino al 1829 quando finalmente il 5 settembre, in un eccezionale clima di festa popolare, lo Sferisterio venne augurato. Nel 1921, per la prima volta, si allestì un'opera lirica: una memorabile edizione di "Aida", voluta dal maceratese conte Pier Alberto Conti, richiamò spettatori da ogni parte d'Italia. L'anno successivo si tenne un'applaudita edizione de "La Gioconda". Dal 1967, ogni estate, le Stagioni Liriche dello Sferisterio richiamano il pubblico più esigente ad applaudire originali proposte e cast prestigiosi in una struttura felicissima, monumentale ma intima, che garantisce una perfetta visibilità ed una eccellente acustica.
Teatro Lauro Rossi
 Fu realizzato nel XVIII secolo su disegno di Antonio Bibbiena. L'elegante sala a tre ordini di palchi è stata riportata da un recente restauro alle originarie fattezze settecentesche. Stucchi, finti marmi policromi nei toni argento-azzurro, verde e oro fanno del "Lauro Rossi" un gioiello dell'arte del '700, unico in Italia.
Loggia dei Mercanti Loggia dei Mercanti
 Piace attribuire la Loggia dei Mercanti per la sua ariosa leggerezza toscana a Giuliano da Maiano, che lavorava in quegli anni nella Marca, ma sono Cassiano da Fabriano e matteo Sabbatini gli architetti che la costruirono nei primi anni del XVI secolo per incarico del legato pontificio Alessandro Farnese, il futuro papa Paolo III.
Palazzo dei Diamanti
 Durante il secolo XVI una nuova classe attiva e intraprendente si affermò anche a Macerata. Due ricchi mercanti, il Mozzi e il Marchetti, commissionarono all'archietto Giuliano Torelli la costruzione in stile rinascimentale del palazzo dei Diamanti, così chiamato per il taglio delle pietre della facciata che riprende quella ideata da Biagio Rossetti per l'omonimo palazzo di Ferrara. Alla fine del XVII secolo un uovo prorpietario, il Ferri, disegnò e realizzò l'elegante scalone interno. Lo possiede oggi la Banca d'Italia.
Palazzo Buonaccorsi Palazzo Buonaccorsi
 La decorazione della Sala dell'Eneide nel Palazzo Buonaccorsi fu affidata ad artisti napoletani, bolognesi e veneti, tra i più importanti dei primi del XVIII secolo.
 Simone Buonaccorsi, già nobile di provincia, quando ebbe il titolo di conte da Clemente XI fece costruire in pochi anni dall'architetto Giovanni Battista Contini questo splendido palazzo, con grande cortile interno, una controfacciata volta al mare, logge vetrate al primo piano e un giardino pensile. Accoglierà in futuro i musei della città.
Palazzo Compagnoni Marefoschi
 Luigi Vanvitelli ha lasciato una impronta molto personale nel Palazzo Compagnoni-Marefoschi ristrutturato nella seconda metà del XVIII secolo riorganizzando abitazioni precedenti. Suo il disegno della facciata con il grande portone affiancato da due coppie di colonne e sormontato da un balcone curvilineo, sua la piccola cappella gentilizia con una decorazione di grande stile.
 Nello scalone interno, alla quarta rampa ci sono dei piccoli bassorilievi e iscrizioni romane provenienti da Villa Adriana a Tivoli, l'ultimo piano conserva intatto l'aspetto settecentesco anche negli arredi. 
 Tra i componenti della famiglia Marefoschi famoso il cardinale Mario, il promotore della soppressione dell'Ordine dei Gesuiti. In questo palazzo nel 1772 si unirono in matrimonio Carlo III Stuart, il pretendente al trono inglese in esilio in esilio in Italia e Luisa Stolberg, la contessa d'Albany amata da Alfieri.
Pinacoteca comunale
 La Pinacoteca comunale di Macerata contiene una ricca collezione d'arte antica e moderna. Si trova in piazza Vittorio Veneto 2, nel centro storico, a due passi dalla piazza centrale di Macerata. E' visitabile tutti i giorni tranne la domenica pomeriggio e il lunedì mattina. L'ingresso è libero
Torre civica Torre civica
 La Torre Civica progettata da Galasso da Carpi nello stile di fine rinascimento è alta 64 metri.
 Dalla terrazza del coronamento, facilmente accessibile, si domina un panorama unico che spazia dai monti Sibillini al mare.
 Lo sguardo scorre sulle numerosissime cittadine intorno, tutte su sommità collinari, intervallate da una campagna coltivata come un giardino.
Palazzo del Comune
Il Palazzo del Comune venne eretto nel sec. XVII, la facciata subì rifacimenti nel 1820.
 Costruito in cotto è aperto da un porticato e corso in alto da una lunga balconata.
 Nell'androne e nel cortile è sistemata una raccolta archeologica comprendente materiale proveniente da Helvia Recina e da Urbisaglia.
 Vi sono varie epigrafi etrusche, romane ed ebraiche, insieme ad urne e steli funerarie, due statue romane, una muliebre e una virile, una notevole statua di esculapio e un sarcofago paleocristiano.
La Cattedrale
 La cattedrale venne costruita nel 1459-1464 su progetto di Cosimo Morelli, il campanile fu eretto nel 1467-1478. 
 La zona absidale esterna, è in laterizio, soluzione architettonica di adattamento alla pendenza del terreno.
 L'interno si caratterizza per le grandi colonne binate, le quali suddividono le tre navate e la crociera a cupola, le cui dimensioni vogliono imprimere un sentimento di "grandezza" verso il divino. Importanti le opere che vi sono conservate. 
La Cattedrale Basilica Santa Maria della Misericordia
 La basilica Santa Maria della Misericordia ha origini da un'antica cappella votiva eretta nel 1447, in un solo giorno, per allontanare il pericolo della peste. Fu innalzata attorno all'affresco rappresentante la Madonna della Misericordia, che era sul muro dell'orto del Vescovo, in piazza del Duomo. Nel 1734 è stata ricostruita su disegno dell'architetto Luigi Vanvitelli, e decorata da Francesco Mancini e Sebastiano Conca, con storie della vita di Maria in un misurato stile settecentesco ricco di colore. Il Vanvitelli compie la grande impresa di racchiudere in poco spazio, un santuario dalle splendide forme, ricco di luce, affreschi, marmi e stucchi.
 Successivamente viene costruito l'ambulacro, dove Biagio Biagietti nel 1921, uno dei migliori affreschisti della prima metà del novecento, ha rappresentato la vita di Gesù con moderne intrusioni in stile liberty. Più tardi vengono aggiunti i portichetti esterni e le cancellate in ferro battuto. Recenti 1952, le porte in bronzo del Cantalamessa. Il 16 novembre 1952 Macerata fu proclamata Civitas Mariae, città di Maria. 
Chiesa di San Giovanni
 La chiesa di San Giovanni, iniziò nel XVII secolo, è nello stile delle chiese dell'Ordine dei Gesuiti: una sola navata spaziosissima, cappelle laterali profonde, una cupola imponente con una lanterna molto alta e un campanile a piani variamente articolati, segni di riferimento inconfondibili della bellezza della città. L'architetto, il canonico Rosato Rosati, la volle simile allo schema da lui ideato per San Carlo Catinari a Roma.
 La decorazione dell'interno con marmi policromi e ornamenti che creano spazi illusori è caratteristica dell'arte barocca. All'ordine dei Gesuiti appartiene Matteo Ricci, nato a Macerata e sepolto a Pechino, che primo fece conoscere la Cina all'Occidente e l'Occidente alla Cina.Chiesa Santa Maria della Porta
Chiesa Santa Maria della Porta
 Il nome della Chiesa di Santa Maria della Porta indica che lì arrivava una volta la città. Costruita su un terreno in forte pendenza in tempi diversi ha la caratteristica asimmetrica delle chiese romaniche.
 L'elegante portale gotico della facciata, con gli archi acuti l'accentuata strombatura, si apre sul lato sinistro della navata. Della parte più antica resta la cripta che era sede della confraternita dei Flagellati, i cui emblemi sono scolpiti nelle chiavi di volta.
 Fu costruita dall'architetto Cosimo Morelli (1792-1798), dedicata ai santi Giorgio, Stefano e Martino di Tours.
 La facciata è neoclassica, opera di Agostino Benedettelli (1842).  
 Nell'interno a una navata, vi sono, un bel crocefisso ligneo del sec.XVI (altare destro), restaurato nel 1935, e una Madonna del Sassoferrato, dietro l'altare maggiore.